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Rincaro materie prime: come uscirne

L’aumento dei prezzi delle materie prime e, peggio, la scarsità di materie prime è un problema concreto. Le aziende, più o meno affannosamente, devono cercare soluzioni tampone per superare la crisi. Un po’ meno affannosamente possono invece attivarsi per strutturare il proprio operato in modo da guadagnare in agilità ed elasticità.

Il rincaro delle materie prime è un altro caso di tempesta perfetta?

In molti cosi definiscono il cataclisma inatteso che sta travolgendo tutti i Paesi e mercati, e forse più pesantemente Europa e Stati Uniti. E dal quale sarebbe vitale non solo salvarsi, ma uscire rinnovati.

 

Auspicio semplicistico? No, vitale, appunto, poiché in molti lo danno come sintomo di trasformazioni più radicali da dominare in modo efficace e alternativo - magari grazie a una specifica consulenza aziendale - e non solo da contrastare temporaneamente.

Davvero infatti ogni carenza era inattesa o qualcuna era nell’aria? E pur nell’impossibilità di prevedere l’imprevedibile, di quali strumenti dotarsi in azienda per navigare bene anche a vista in questo come in altri frangenti d’emergenza?

 

Cause del rincaro delle materie prime

 

Le cause dell’aumento dei prezzi delle materie prime sembrano essere svariate e concorrenti. 

I primi segnali sono arrivati a inizio 2020 quando, realmente, una turbolenza atmosferica ha colpito alcuni stati USA provocando pesanti battute d’arresto nelle produzioni energetiche e, a cascata, nei trasporti, negli approvvigionamenti e nelle manifatture. 

 

Poi sulla scena mondiale ha fatto irruzione la pandemia da Covid-19, con la chiusura o il rallentamento forzato di ogni tipo di produzione.

Contemporaneamente, ma a ben guardare già nella seconda metà del 2019, sono iniziate a scarseggiare materie prime e semilavorati alla base di tutte le produzioni plastiche, non escluse le resine. 

 

A seguire ha iniziato a scarseggiare il silicio, con i suoi fratelli della filiera di produzione dei micro chip, tra cui litio, cobalto, nickel, grafite e niobio. Tutti indispensabili per la realizzazione dei micro chip che muovono di fatto la nostra vita privata e lavorativa. Infatti, se è vero che nel 2020 i lock-down hanno fermato la richiesta di automobili private, hanno invece reso famelica la richiesta di Pc - da utilizzare per lo smart-working - e per gli elettrodomestici. Tutti i dispositivi ormai contengono un chip elettronico a comando delle principali funzioni.

La mancanza di silicio non è stata e non è causata solo da un aumento della richiesta. Il materiale è anche oggetto di una guerra di dazi tra Cina e Stati Uniti che, a ben guardare non erano inattesi.

 

E nell’elenco non si può non inserire anche l’improvvida manovra della nave Ever Given che nel luglio 2021 ha bloccato per una settimana l’intero flusso merci del Canale di Suez.

 

Chi si salva dal rincaro delle materie prime

 

Quasi nessun settore è oggi immune da carenze e difficoltà di approvvigionamento o dall’aumento dei prezzi delle materie prime.

 

La mancanza colpisce infatti in modo trasversale e indiscriminato: anche alcuni prodotti alimentari iniziano a scarseggiare o almeno a manifestare irregolarità di commercializzazione.

 

E a scarseggiare, o aumentare notevolmente i loro costi, sono anche energia e idrocarburi che la producono. Con conseguente rialzo di tutta la filiera delle produzioni e dei trasporti.

Del tutto inatteso, nel globale domino di carenza di materie prime, non era forse nemmeno il blocco dell’export di legname grezzo decretato dal Governo Russo a partire dal primo gennaio 2022. Anche in questo caso la penuria di legname ha iniziato a farsi sentire a livello globale nel 2020 e portato a marzo 2021 a prezzi stellari sul mercato internazionale.

 

Forse alcuni segnali potevano essere colti o ipotizzati.

La Russia è da una parte colpita dal 2014 da vari embargo a seguito della crisi con l’Ucraina; dall’altra ha pianificato progetti di lungo periodo per rilanciare tutti i settori produttivi interni. L’intenzione è rendersi indipendente in molte produzioni chiave, a partire da quelle dell’industria conserviera e di lavorazione delle carni, per proseguire con le produzioni elettroniche e degli arredi.

 

Le accresciute esigenze del consumatore medio-alto in Russia e nei Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica spingono non solo le richieste di prodotto di qualità proveniente dall’Italia, ma anche le produzioni interne o del Sud-Est Asiatico, ispirate al made in Italy e meno costoso.

 

Come fronteggiare il rincaro delle materie prime

 

L’aumento dei prezzi delle materie prime e, peggio, la scarsità di materie prime è un problema concreto. Le aziende, più o meno affannosamente, devono cercare soluzioni tampone per superare la crisi. Un po’ meno affannosamente possono invece attivarsi per strutturare il proprio operato in modo da guadagnare in agilità ed elasticità.

 

Quella in corso è una crisi globale in cui ognuno, da solo o comunitariamente, cerca di galleggiare.

 

Le crisi però possono essere più numerose e inattese. E se colpiscono la singola azienda possono sembrare ancora più incomprensibili e ingestibili. Spesso è utile affidarsi ad una consulenza aziendale specifica che aiuti a:

  • analizzare come l’azienda pensa e agisce 
  • individuare possibili punti deboli
  • creare punti di forza e innovazione di pensiero, innanzitutto, e di azione

Nel libro Come difendere la redditività dal Covid-19, Actiongroup propone alle aziende quindici azioni strategiche. Si tratta di iniziative che muovono da premesse applicabili in ogni situazione: non ultime le situazioni di emergenza e certamente le situazioni di quieta routine, quelle, per altro, che più dovrebbero essere sfruttate per dotarsi di sistemi di controllo per tenersi al riparo dalle tempeste.

 

In emergenza riesce più facilmente a sopravvivere ed, anzi, a difendere la propria redditività, chi abitualmente operi con metodo, e con un metodo che contempli diversificazione, innovazione, pensiero alternativo.

 

Quattro consigli per superare il rincaro delle materie prime

 

  1. Avere molto chiaro il proprio fabbisogno previsionale dei materiali o prodotti da acquistare.
    Poiché questo non è facile, in periodi di incertezza dobbiamo rivalorizzare una frase del famoso primo meteorologo della tv Italiana, il colonnello Bernacca, che respinse le critiche su una pioggia arrivata in un giorno in cui si attendeva il sole ribadendo che  il suo programma si chiamava “previsioni del tempo” e non “certezze del tempo”.
    Intendeva dire che una stima va fatta al meglio utilizzando gli elementi disponibili e già sapendo che potrebbe essere errata, ma può rappresentare un aiuto per orientarsi monitorando l’evoluzione delle assunzioni utilizzate per elaborarla.

  2.  Conoscere bene, anzi molto bene, il mercato di fornitura e gli operatori che vi operano, puntando a definire alleanze di lungo periodo anziché sfruttare opportunità occasionali. Nonché tenendo in considerazione le logiche e le problematiche dei singoli settori nel momento di definire le proprie strategie.

  3. Oggettivare i movimenti di prezzo di commodity e materie prime attraverso indicatori condivisi con i fornitori che permettano di concordare una variabilità dei prezzi sia in caso di aumenti, ma anche nel momento di discesa, della quota parte di materiale che incide su un prodotto o fornitura.

  4.  Guardando a lungo termine, è opportuno ripensare da subito alla propria supply chain per ridurre il rischio di dipendenza da situazioni non gestibili o da colli di bottiglia economici ed operativi.

Versatilità e agilità non sono infatti caratteristiche di un'estrosità eccentrica, ma, in azienda, modalità d'azione applicabili alla consueta gestione dei costi, del controllo dell’impresa e dello sviluppo delle azioni di approvvigionamento e di vendita.

Anche chi pensi di non dover modificare nulla perché “si è sempre fatto così”, può sorprendersi nel rilevare che uno sguardo esterno sui processi interni offre spesso inattesi e fortemente profittevoli spunti di cambiamento.

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